pingpong

    Caro Presidente del Consiglio dei Ministri,

sono le informazioni del singolo cittadino italiano che devono correre, appropriatamente, sulle autostrade informatiche, al fine di evitare: code agli sportelli degli Uffici, richieste di permessi dei dipendenti – siano essi pubblici che privati - per presentare o ritirare qualche documento, traffico cittadino dovuto agli spostamenti con la conseguente diminuzione dello smog oramai ai limiti della tolleranza, specialmente nei grandi centri urbani.

Noi diciamo che non serve inventarsi alcuna altra applicazione per mettere in atto la semplificazione amministrativa. Non serve dotare di un PIN (Personal Identification Number) ogni cittadino italiano, è già dotato di un codice fiscale che è univoco.

Ancor più semplicemente affermiamo che quando nasce un bambino o una bambina dovrebbe essere l’Ospedale o la clinica a trasmettere al competente Comune i relativi dati anagrafici. Lo stesso Comune dovrà essere obbligato ad inoltrare i dati a tutti gli Uffici Pubblici – Sanità, Economia, Agenzie Fiscali etc. - per consentire la ricezione, a casa propria, dei futuri documenti utili alla vita quotidiana.

Non è tanto un nuovo PIN che serve, ma che finisca questo ping-pong in cui la pallina è il povero Cittadino sballottato dalla Pubblica Amministrazione.

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