Sabato, 27-04-2024
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mobileLa Regione Piemonte con il disegno di legge n° 262 presentato il 22 maggio 2012 ha avviato la discussione sulla riforma del CSI-Piemonte, un consorzio di Enti pubblici che opera da diversi anni nel settore ICT offrendo servizi alla P.A. piemontese. Il Consorzio, infatti, in base al proprio statuto, può offrire servizi agli Enti consorziati in modalità di affidamento diretto, c.d. in-house providing, riservandosi in questo modo una nicchia, non indifferente dal punto di vista economico, del mercato ICT rivolto alla P.A. piemontese evitando di presentarsi sul mercato stesso in uno spirito di libera competitività, quando la competitività stessa è il principale fattore abilitante per il costante miglioramento del servizio offerto.

Nel caso specifico della Regione Piemonte, dove ricordiamo che il coordinamento del settore ICT pubblico è affidato al CSI-Piemonte ci risulta, negli Enti dove sono stati fatti affidamenti diretti in modalità in-house providing, una crescita sostenuta dei costi senza riscontrare analoga crescita o miglioramento nei servizi erogati, una conseguente perdita del controllo operativo da parte del Personale interno dell’Amministrazione, una “de-responsabilizzazione” dei dirigenti competenti sia in termini di gestione delle risorse interne sia di responsabilità in merito alla conduzione del servizio informatico, oltre al fatto che con tali affidamenti risulta più semplice dirottare facilmente i soldi pubblici riducendo al minimo o evitando completamente le gare.

Altro aspetto rilevante di questa tipologia di affidamenti è che risulta più semplice altresì assumere personale, da collocare poi all’interno delle strutture informatiche pubbliche, senza svolgere alcun concorso o, peggio, affidare consulenze a prezzi fuori mercato eludendo in questo modo i controlli degli organismi contabili preposti sull’operato della P.A.

L’ANIPA è da anni che specifica la necessità del ruolo unico informatico, a prescindere del settore di appartenenza. Difatti, di là dalle peculiarità che possono emergere nei vari comparti del pubblico impiego, l’informatica è una disciplina “trasversale” che raggiunge ogni Ente con le stesse necessità principali: aiutare l’Operatore nello svolgimento delle proprie mansioni, semplificare i processi ed erogare un utile servizio al Cittadino che faccia veicolare i “dati” semplificando la “vita” all’Utente. Quindi un sistema snello, con pochi apparati burocratici che specifichi degli indirizzi con obiettivi concreti, in una logica di crescita pluriennale, che consenta ai singoli uffici informatici delle amministrazioni pubbliche di lavorare concretamente per un obiettivo comune consentendo di attuare un sistema virtuoso e nel frattempo rendendo al meglio la gestione delle risorse strumentali ed umane.

Poiché è stata istituita la nuova Agenzia per l’Italia Digitale che dovrà assorbire le funzioni prima svolte dal CNIPA ora chiamato DigitPA, quale organismo di pianificazione, supporto e controllo del settore dell’ICT pubblico, non riteniamo strettamente necessari ulteriori apparati pletorici intermedi tra organismo preposto e ufficio informatico, incluse ovviamente le società in-house a partecipazione pubblica .

Non dobbiamo dimenticare poi che anche l’ultimo decreto legge varato in questi ultimi giorni dal Governo centrale c.d. “spending review” entra nel merito delle società in-house ridimensionandone gli spazi d’intervento e non c’è dubbio che le norme del decreto in esame avranno pesanti ricadute immediate e non di poco conto sugli apparati organizzativi anche degli enti pubblici periferici.

Molti amministratori pubblici, vedendo venir meno i campi nei quali avevano felicemente e proficuamente pascolato per anni, cercheranno di opporsi al cambiamento con tutte le forze.

Tuttavia trattandosi di un decreto legge non sappiamo, ovviamente, se le sue norme saranno confermate o subiranno modificazioni, certo è che la campana è suonata per molti carrozzoni pubblici che facevano degli affidamenti in-house il loro privilegio, quindi ora sarebbe anche opportuno ridare dignità, professionalità e valorizzare il personale informatico che quotidianamente opera con abnegazione nelle strutture informatiche dei vari enti, ponendo in taluni casi, rimedio alle inefficienze dettate da una pessima organizzazione interna o, peggio, dalle società esterne che operano.

 

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